Consigli pratici

Da prati e boschi direttamente in tavola, integratori a costo zero: la fitoalimurgia

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Fitoalimurgia, una parola dalle origini antiche che indica l’alimentazione con le piante spontanee e che se anticamente aveva a che fare con il detto “di necessità virtù”, oggi è una possibilità per alimentarsi con erbe e frutti che presentano percentuali maggiori di sostanze utili alla nostra salute e soprattutto a costo zero. Naturalmente va premesso che le piante devono essere conosciute (in commercio ci sono diversi libri e manuali che insegnano a riconoscerle e raccoglierle nei tempi giusti) e crescere lontano da fonti inquinanti, ma una volta imparato per qualcuno di noi sarà più divertente fare la spesa nei prati e nei boschi anziché dall’ortolano!   Oggi iniziamo a parlare del barbabuc o barba di becco o scorzonera (le cui radici,  secondo Alexander Dumas, nutrirono legioni di Giulio Cesare sprovviste di viveri, circondate dall’esercito di Pompeo), che cresce fino a 1.000 metri di altezza. Le sue radici hanno un sapore delicato e leggermente dolce dovuto all’inulina, una fibra solubile di cui il barbabuc è particolarmente ricco. Fra le proprietà che vengono attribuite all’inulina ci sono sia quella di facilitare la digestione sia quella di ridurre il gas intestinale; infatti, questa fibra aumenta la densità di bifidobatteri e diminuisce quella di batteri nocivi (non a caso molti prodotti a base di fermenti lattici contengono anche inulina). La scorzonera è quindi una radice particolarmente adatta per essere consumata da diabetici e da persone soggette ad aumento di peso. Contiene inoltre vitamine B2, B6, riboflavina, C, A, manganese, calcio, fosforo, ferro e soprattutto potassio ma è povera di sodio e per questo  il decotto delle radici   è molto indicato anche per problemi alle vie urinarie, presentando virtù diuretiche naturali.  Favorisce il transito intestinale senza aggredire l’organo, caratteristica che le ha conferito l’eccellente reputazione di essere ben tollerata da qualsiasi organismo. Da non sottovalutare anche la sua azione ipocolesterolemizzante e la capacità di ridurre trigliceridi.  Quando le radici sono giovani si possono consumare crude, altrimenti si fanno bollire con sale e limone per circa mezz’ora.
Se volete un dolce senza troppi sensi di colpa mischiate due cucchiai di zucchero con cannella, pepe e se vi piace il gusto poco zenzero, fate bollire le radice perfettamente pulite e tagliate per il senso della lunghezza,  sciogliete 200 grammi di burro, passate le fettine nel mix di zucchero e friggetele nel burro alla giusta temperatura fino a farle dorate e spolverizzatele di zucchero a velo dopo cotte.

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